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FIGLI DI MADRI E PADRI CERTI.


Ogni giorno ne capita una. Questa però è da annoverare tre le notizie positive. Perché? Perché la corte di Cassazione ha pronunciato una sentenza che, nella sua banalità, è ragionevole. E, oggi come oggi, anche l'affermazione di un principio semplicemente razionale fa notizia: i figli hanno diritto di sapere chi sono i propri genitori. Che poi è l'altra faccia dell'art. 30 della costituzione che sancisce: La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità.

Insomma, uno dei primi diritti dei figli è quello di sapere chi li ha generati.


Questo principio, affermato per un caso di richiesta di disconoscimento di un bambino, taglia corto sul problema della fecondazione eterologa, cioè quel tipo di ''adulterio'' per cui una donna viene fecondata con seme maschile che non è del proprio marito o compagno. Il riconoscimento di questo diritto è un riconoscimento di dignità per il bambino, il quale non viene trattato da oggetto prodotto artificialmente (con artificio) e di cui non si conoscono le origini ma da persona in relazione ad altre (la madre e il padre biologici) che hanno reso possibile la sua esistenza. Resta il fatto, però, che qualsiasi forma di fecondazione è disdicevole per un essere umano: intanto la donna viene trattata da animale di allevamento dove le femmine vengono fecondate con siringhe. E in secondo piano il bambino viene alla vita come prodotto di allevamento. Insomma la mamma e il bambino degradati nella loro dignità. È chiaro che il modo più consono alla dignità umana è quello di essere generati come natura comanda e possibilmente in un rapporto d'amore tra persone unite tra loro (il bambino è segno pubblico di questa unione inscindibile - in lui gli elementi materni e paterni sono inscindibili e durano fino alla morte, e pubblici).
Tra i soggetti chiamati in causa per una nuova vita, il più debole è il figlio, e i più deboli, in una società civile e solidaristica, vanno difesi dalle angherie dei più forti che non possono trattare le nuove esistenze come se fossero cose.

Ben venga, allora, il riconoscimento del diritto di ogni bambino di sapere chi è la propria mamma e chi il proprio papà. A quando il riconoscimento di un altro diritto banale ma ragionevole: essere chiamati in vita … naturalmente?

La fecondazione artificiale non è una cura per risolvere il problema dell'infertilità, è un artificio che consente agli adulti di assecondare il desiderio di avere un figlio ma in questo modo il figlio viene trattato come prodotto di laboratorio. Tuteliamo non solo la vita umana ma anche la dignità umana, dal concepimento naturale al termine naturale.

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