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QUANDO LA FAMIGLIA E' DI TROPPO…

A questa istituzione naturale ormai al tramonto, la famiglia, occorre staccare la spina. È agonizzante da parecchio tempo e noi… siamo sensibili alle sofferenze altrui per cui quando vediamo qualcuno soffrire subito interveniamo per … eliminarlo. Eliminando la persona, eliminiamo la sofferenza. Non vi sembra logico? È un principio sacrosanto nella nostra società desacralizzata.

Tale principio vale non solo per gli individui ma anche per le istituzioni in decomposizione. La famiglia, appunto.

E così che nel regno della regina Elisabetta, una ragazzina di quindici anni, che nonostante la capillare diffusione degli anticoncezionali per le strade, nelle scuole, negli uffici pubblici e fors'anche nelle chiese di sua maestà, e la capillare informazione su come utilizzarli, rimane, come dire… fregata da un rapporto casuale che a quell'età per alcuni adolescenti, sottoposti a lavaggio di cervello, è già ginnastica molto diffusa (altro che bunga bunga dell'ultrasettantenne di Arcore. Bisogna esercitarsi da piccoli per essere pronti da grandi!).

Dunque, trattandosi di un incidente di percorso, l'aborto è sembrato l'unica opzione sensata. La bambina, recatasi in ospedale, ha espresso ai medici la volontà di non informare i genitori della sua decisione di abortire e quelli, osservanti della volontà della minorenne, in ossequio alla legge, hanno baipassato i genitori maggiorenni della ragazzina (i quali vanno controllati se sono ligi ai loro doveri di cura materiale, ma vanno ignorati in questo caso, trattati come se non esistessero e non potessero nemmeno dire la loro sulle scelte della propria figlia minorenne) trattandoli da genitori part-time, ad intermittenza, a mezza giornata, come … cultura comanda. E a chi si sono rivolti i medici dell'ospedale? Naturalmente ai depositari della cultura a cui vengono affidati i minorenni … alla scuola! I docenti, nuovi genitori che nessun diritto genitoriale hanno nei riguardi degli studenti, hanno conversato con lei, circondandola di affetto e di tanta, tanta comprensione … nell'assecondare la sua decisione di non dire alcunché a mamma e papà. Se la ragazzina avesse avuto un mal di denti avrebbero immantinente telefonato a casa e intimato ai genitori di portarla da un rinomato odontoiatra per curarle la carie, ma in questo caso … la famiglia è meglio lasciarla stare. E così, consapevoli della loro alto ruolo educativo, quegli illuminati professori le hanno concesso con buon grado il permesso di assentarsi dalle lezioni per abortire in pace e, viepiù, le sono stati vicini quando si è recata in ospedale per l'intervento chirurgico. Insomma tanti bravi docenti che fanno quella che dovrebbe essere la parte dei genitori e tanti genitori scimuniti tenuti dai docenti all'oscuro di ciò che capita ai loro ragazzini.

Naturalmente, tutto secondo legge. Il regno di sua maestà è il regno della legalità. E così, medici, paramedici e docenti possono dare ''consulenza'' in questo campo, invece i genitori, per diritto naturale educatori dei propri figli, no!
A quando da noi un simile luminoso sprazzo di civiltà?
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