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Il Forum pugliese delle Associazioni Familiari esprime compiacimento per la predisposizione del 2° Piano di Azione per le Famiglie - ''Famiglie al futuro'', frutto anche di un partecipato confronto degli scorsi mesi, cui il Forum ha fornito un contributo apprezzato, competente e sistematico.

Proprio con questo spirito di collaborazione e nella prospettiva di migliorare e qualificare le scelte programmatiche regionali in tema di politiche familiari, il Forum pugliese delle Associazioni famigliari sottolinea alcune importanti criticità.

Anzitutto è necessario superare definitivamente l'ottica che vede il Piano come un insieme di azioni rivolte [dalla Regione] alle famiglie, piuttosto che di una impostazione di lavoro delle famiglie e con le famiglie, mediante lo strumento dell'associazionismo familiare.

1. Se la famiglia è un soggetto sociale e di cittadinanza attiva è necessario inserire nel Piano di azione per le Politiche Familiari il raccordo con le politiche fiscali, tributarie e tariffarie regionali, tanto più in vista dell'attuazione del federalismo fiscale.

Le politiche familiari, come più volte sottolineato dal Forum, non coincidono con le politiche sociali, ma sono finalizzate alla promozione, valorizzazione e sostegno del benessere delle relazioni familiari. In questa direzione sembra opportuno anche rivedere il sistema ed i criteri di accesso e contribuzione per i servizi a domanda (asili nido, scuole paritarie per l'infanzia, sistema tariffario - acqua, rifiuti, ecc.) secondo i criteri del ''Fattore famiglia''. La dimensione familiare (numerosità del nucleo familiare, presenza di fragilità al suo interno,..) è fondamentale nel valutare le reali situazioni economiche e l'effettiva capacità contributiva di un soggetto (art. 53 della Costituzione): è urgente dunque una seria presa in carico di questo aspetto delle politiche familiari da parte della Regione

2. La promozione dell'associazionismo familiare, che la Regione si pone come obiettivo, è certamente strategica, [anche perché la Regione] ha bisogno di individuare alleati in grado di permetterle di coniugare efficacia ed economicità degli interventi.

Ma a tal fine è necessario costruire un sistema integrato di reti fra Regione, Ambiti Territoriali, Comuni ed Associazionismo Familiare, che è in grado di rappresentare le effettive domande e di indicare le concrete, possibili prospettive di intervento nei diversi settori.

La sussidiarietà orizzontale ed il coinvolgimento dell'Associazionismo Familiare devono costituire criteri e modalità operative costanti e qualificate anche nella valutazione delle attività svolte fin qui dai Centri Risorse per le Famiglie delle sei province pugliesi, le cui realtà, visto il recentissimo intervento di rifinanziamento regionale, meritano definizione più precisa del profilo operativo e più adeguata collaborazione con l'Associazionismo Familiare.

Il Piano Regionale si propone di sviluppare un ''Distretto Famiglia'', esperienza interessante di integrazione fra istituzioni, organizzazioni non profit, imprese sociali, associazionismo di promozione sociale e familiare.

Il Forum delle Associazioni Familiari è particolarmente interessato a questa sperimentazione nella nostra regione.

3. Da tali esperienze, però, comprendiamo l'esigenza, concreta ed urgente, della formazione degli operatori pubblici e del privato-sociale [anche per passare] da politiche assistenziali (ambito tradizionale di intervento dei comuni) a politiche per il benessere delle famiglie.

4. Infine, la necessità di politiche familiari miranti allo sviluppo di una relazionalità buona fra generi [M/F?] e generazioni all'interno della famiglia porta a chiederci il rilancio dei consultori familiari, il cui ruolo è strategico per le politiche familiari regionali, aprendoli a quella dimensione relazionale che costituisce l'ossatura fondamentale del benessere familiare.