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CONFERENZA NAZIONALE DELLA FAMIGLIA
DOPO TANTE PAROLE... SPERIAMO SIA LA VOLTA BUONA PER QUALCHE FATTO

Milano, lunedì 8 novembre 2010. Dal nostro inviato: Gianluca Veneziani

Il premier Silvio Berlusconi non interviene. Ma alla Conferenza nazionale della famiglia le occasioni di riflessione e di dibattito non mancano.

Il convegno parte da un'idea di fondo. Restituire alla famiglia un ruolo guida nella società, ponendola al centro della stessa agenda politica. Da qui la necessità di sviluppare un piano nazionale per la famiglia, che consideri non più il singolo individuo, ma il nucleo familiare nella sua unità. In questa logica si inserisce il messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "La famiglia - si legge nella sua comunicazione - è una straordinaria risorsa, un fondamento insostituibile per il miglioramento della società. La sua salvaguardia è una doverosa attuazione della Costituzione. Precarietà e difficoltà di accedere ai servizi sono i principali ostacoli da risolvere".

Di elementi critici parla anche Carlo Giovanardi, sottosegretario alle politiche familiari e padrone di casa della conferenza: "Crisi economica, divorzi in aumento e unioni di fatto - dice - costituiscono fattori problematici per la famiglia". A questi pericoli, il sottosegretario aggiunge altre due possibili criticità. "La prima - continua - è rappresentata dalla biotecnologia. Il Far West della provetta potrebbe togliere ai figli la certezza di una figura materna e paterna". Da qui la difesa strenua della legge 40 contro pericolose tendenze scientiste. Giovanardi non divaga, ma mette in stretto rapporto la tutela della famiglia e la difesa della vita umana. "L'altro grande rischio per la famiglia - aggiunge - è quello della denatalità. Eppure fare figli resta il modo migliore per far crescere il nostro Paese".

Le due urgenze aperte - secondo il sottosegretario - restano però quelle del quoziente familiare e della conciliazione dei tempi tra famiglia e lavoro. "Su questo il governo può e deve fare di più". Lo pensa anche il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, secondo cui "una politica familiare non può non partire da un fisco più equo, calibrato sul numero dei figli. E non può non tener conto delle esigenze di una donna, che voglia essere anche madre".

Il clima della conferenza si accende però al momento dell'intervento del ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Il ministro parte con una metafora: da una famiglia larga e corta (la cosiddetta famiglia patriarcale) siamo passati ad una famiglia stretta e lunga. Questo comporta un impegno maggiore nella promozione della natalità, da un lato, e nella tutela degli anziani, dall'altro. Da qui la necessità di incentivare le politiche familiari. "Quando parliamo di politiche per la famiglia - rileva il ministro - intendiamo la tutela delle coppie sposate, orientate alla procreazione, ferma restando la difesa dei diritti individuali e civili delle altre forme di unione". Per Sacconi c'è anche un tabù da sfatare: "Non è vero che non ci sono risorse per la famiglia. Bisogna invece riorientare le risorse in funzione del suo potenziamento". Quindi un affondo sul laicismo, con un riferimento esplicito alla linea dei "futuristi" finiani: "Laicità non significa liceità. Esistono dei valori non negoziabili su cui si fonda la coesione sociale. E' questo l'unico vero "futuro" della nostra società".

Le parole del ministro e, più in generale, l'indirizzo della conferenza, si pongono nel solco delle parole pronunciate ieri da papa Benedetto XVI, durante la consacrazione della Sagrada Familia a Barcellona. Il monito del pontefice invita a trovare proprio nella famiglia la risorsa primaria per fronteggiare la crisi del Terzo Millennio, sia economica che morale. Per dirla con il cardinale Dionigi Tettamanzi, anch'egli intervenuto alla conferenza: "La famiglia deve essere l'architettura di base, la pietra angolare di ogni costruzione sociale".

Gianluca Veneziani